RAZIONALE SCIENTIFICO
La chirurgia generale sta inevitabilmente progredendo verso interventi sempre meno invasivi. Tale percorso ha giustamente preso le mosse, sin dal secolo scorso, proprio dall’approccio ginecologico che tratta donne di frequente giovani, sessualmente attive, aperte ad un futuro riproduttivo e già inserite nel mondo del lavoro che si allarga, spesso, agli impegni familiari. La motivazione di tutto ciò si ritrova negli obiettivi stessi della chirurgia mini invasiva. Questi sono primitivamente diretti alla riduzione del dolore postoperatorio, al miglioramento dei tassi di morbilità e complicanze, alla tempestiva mobilizzazione del paziente e alla dimissione precoce con più rapido ritorno alle normali attività, ma sono anche estesi al rispetto della ripresa funzionale. Tali obiettivi, come sappiamo, si ottengono minimizzando il trauma ai tessuti, ma non basta, ad esempio, miniaturizzare gli accessi cutanei o velocizzare l’azione chirurgica per ottenere tale risultato. È necessario rivedere costantemente gestualità e procedure allo scopo di ridurre sempre più l’invasione non solo sull’anatomia, ma soprattutto sulla funzionalità che il tessuto trattato dovrà possedere al termine dell’intervento.
Questo è il tema cardine che guiderà il Meeting annuale della Scuola Italiana di Chirurgia Mini Invasiva Ginecologica (SICMIG).
Il programma proposto si avvarrà di sessioni per la presentazione didattica di tecniche chirurgiche avanzate e di interessanti discussioni sulle applicazioni attuali della chirurgia mini invasiva, oltre a corsi precongressuali dedicati ad aspetti particolari della disciplina e a un corso postcongressuale dedicato all’accreditamento all’utilizzo delle più recenti tecniche di diagnosi ecografica delle masse annessiali e dei difetti del pavimento pelvico.
Completeranno infine il messaggio, due Corsi teorico pratici a numero chiuso su procedure innovative con possibilità di hands on per i partecipanti.
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